Banato medievale

Voce principale: Banato.

Sfuggendo alla tradizionale classificazione dell'età di mezzo come periodo storico compreso tra il 476 e il 1492, il Medioevo nel Banato, una regione storica dell'Europa centrale oggi divisa tra Romania, Serbia e Ungheria, ebbe inizio intorno al 567, anno in cui si affermò nella regione il khanato degli Avari, e cessò nel 1526, in concomitanza della battaglia di Mohács.

La parentesi degli Avari durò fino all'803, quando Carlo Magno assorbì parte della regione nel regno dei Franchi orientali. Nel corso del IX secolo, una serie di popoli di origini diverse si stanziò nelle zona. Secondo le Gesta Hungarorum, una cronaca la cui affidabilità è ancora dibattuta, nel 900 circa era un certo duca di nome Glad la figura posta a capo del Banato. I reperti archeologici e le fonti dimostrano che gli Ungari si stabilirono nella pianura pannonica nel X secolo, andandosi ad affiancare a comunità di etnia slava e bulgara. Un signore locale chiamato Ajtony si convertì all'ortodossia intorno al 1000, ma i suoi tentativi di controllare i flussi commerciali di sale sul fiume Mureș lo spinsero in conflitto con Stefano I d'Ungheria. Ajtony morì combattendo contro l'esercito reale nei primi decenni dell'XI secolo; il dominio del defunto fu convertito in un comitato del regno d'Ungheria. Tali entità amministrative, che vedevano come centri di riferimento le fortezze reali dislocate nel territorio magiaro, costituivano la principale unità di suddivisione interna dello Stato.

Qualche elemento legato alla cultura di Bijelo Brdo (la cultura archeologica dominante del bacino dei Carpazi tra il 950 e il 1090 circa) si può scorgere nei reperti rinvenuti nelle pianure a partire dal 975 circa. Quanto riportato alla luce nell'area si ispira allo stile artistico dell'impero bizantino, specie con riferimento agli oggetti rinvenuti lungo il Danubio e presso la catena montuosa del Banato. I riti funebri pagani scomparvero alla fine dell'XI secolo, a testimonianza della conversione ormai definitiva degli abitanti locali al cristianesimo. Gerardo, il primo vescovo di Csanád (oggi Cenad in Romania), svolse un ruolo preminente nel processo di cristianizzazione, come sembrerebbe emergere dalle opere agiografiche a lui dedicate scritte secoli dopo. Più di una decina di monasteri, compresi almeno tre edifici religiosi ortodossi, furono fondati nella regione prima della metà del XIII secolo.

La prima invasione mongola dell'Ungheria, avvenuta nel 1241-1242, portò con sé una grave scia di distruzione, causando la scomparsa di numerosi insediamenti. Dopo il ritiro dei mongoli furono costruite nuove fortezze, stavolta in pietra. I Cumani si stabilirono nelle pianure della regione intorno al 1246. Il loro tradizionale stile di vita nomade diede origine a conflitti con i loro vicini per decenni. Carlo I d'Ungheria preservò la sua residenza principale a Timișoara tra il 1315 e il 1323. La colonizzazione contribuì allo sviluppo di un sistema in cui i nobili facevano affidamento sulla manodopera dei ceti umili per la gestione dei propri possedimenti. La presenza di Valacchi (o Rumeni) sui monti del Banato viene documentata dal Trecento. L'espansione dell'impero ottomano nella penisola balcanica costrinse migliaia di bulgari e serbi ad abbandonare le loro terre d'origine e stabilirsi nel Banato. Luigi I d'Ungheria eseguì diversi tentativi di convertire i suoi sudditi ortodossi al cattolicesimo nel Banato negli anni Sessanta del Trecento. La zona divenne un'importante area di frontiera dopo la battaglia di Nicopoli nel 1396. Gli ispán (una serie di funzionari amministrativi di alto grado) del comitato di Temes avevano il compito di difendere la frontiera, circostanza che permise loro di assicurare la maggior parte dei distretti del Banato sotto il proprio dominio e di amministrare ogni fortezza reale della regione con poche difficoltà.


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